La valorizzazione della ricerca: dal trasferimento all'accompagnamento

Netval è l'associazione che lega i centri di ricerca delle università con i centri di ricerca pubblici.

Lo scopo dell’associazione è porsi come ponte strategico tra la ricerca universitaria e le imprese interessate ad accrescere la propria competitività attraverso l'innovazione.

Dal 2003 viene stilato un rapporto che si prepone di evidenziare i risultati di questo rapporto tra la ricerca e l’innovazione.

Il rapporto del 2013 (presente per intero all’indirizzo http://www.netval.it/contenuti/file/Netval2013.pdf) mostra che negli anni le università Italiane si sono sempre più rese veicolo dell’innovazione tramite il trasferimento. Il livello raggiunto però non è ancora sufficiente, se confrontato a livello internazionale.

 Il sistema del trasferimento tecnologico appare profondamente sottofinanziato, frammentato. Una catena del valore non ancora compiuta.

Dal 2003, il rapporto NetVal fotografa il trasferimento tecnologico in Italia dando una visione globale ed esaustiva del fenomeno. Se negli anni i dati raccontano di una realtà che matura e diventa più robusta, descrivendo università sempre più consapevoli della loro terza missione di trasferimento, il confronto con il contesto internazionale ridimensiona questi progressi. Il sistema del trasferimento tecnologico appare profondamente sottofinanziato, frammentato. Una catena del valore non ancora compiuta.

valorizzazione omini

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Perché in Italia l'azienda che nasce da scienza e tecnologia stenta a crescere? «Non certo perché agli italiani manchino creatività e ingegno» afferma Stefan Schepers, Segretario Generale dell'High Level Group on Innovation Policy and Management. «Sono convinto che questo risultato vada principalmente imputato ad un ecosistema dell'innovazione troppo frammentato, per niente coeso, sfiancato da gravi inefficienze e lentezze della pubblica amministrazione».

(..) "l'esistenza di ampi margini di crescita" del sistema italiano e il dito viene puntato non tanto contro le inefficienze dei meccanismi di trasferimento, ma piuttosto contro la scarsità degli investimenti e le condizioni sfavorevoli allo sviluppo del talento degli individui. (… ) "c'è troppa buona ricerca fatta da Italiani fuori dall'Italia: segno che qualche cosa non funziona, che queste persone hanno trovato all'estero condizioni per crescere professionalmente che non avevano in patria". Questa emorragia rappresenta un rischio gravissimo "perché sarebbe inutile parlare di strumenti per il marketing delle tecnologie se poi in Italia non rimane nessuno a svilupparle".

(…) Open Innovation, «i manager delle università italiane dovrebbero focalizzarsi di meno su brevetti e contratti di licenze ed essere spinti a inventare e sperimentare nuovi percorsi e modelli di trasferimento». Su quali siano le dimensioni e attività da far ricomprendere nell'ambito della terza missione, ANVUR, l'agenzia nazionale che si occupa di valutare i risultati della ricerca in Italia, promette novità.
In sintesi: una logica di sistema più coesa, un ambiente imprenditoriale sburocratizzato e più risorse. Ma non solo. Il cambio di marcia comporta il non pensare più alla valorizzazione di scienza e tecnologie come ad un trasferimento, concentrandosi quindi esclusivamente sugli strumenti di interfaccia tra ricerca e industria. Deve farsi strada l'idea di un accompagnamento dello scienziato lungo tutte le diverse fasi del suo lavoro: un percorso finalizzato a potenziare la sua autonomia progettuale, a formarlo da un punto di vista imprenditoriale, a comprendere e a comunicare l'impatto della sua ricerca sulle sfide della società.

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2014-05-02/la-valorizzazione-ricerca-trasferimento-accompagnamento-093646.shtml?uuid=AB9yUDFB