L’arte di fare domande per stimolare l’innovazione

Le vacanze sono finite e forse vi sarà capitato di avere come vicino di ombrellone magari una coppia giovane con dei bambini piccoli. Avrete forse notato che i bambini che cominciano a scoprire il mondo fanno domande di continuo!

Questo ci ha fatto riflettere. Lavorando con le aziende e con manager di diversi livelli, c’è un tema che spesso emerge: l’arte di fare domande.

Perché da bambini si fanno milioni di domande e questa abitudine viene meno da adulti? Forse perché durante il periodo scolastico si è ricompensati per l’apprendimento, per la risposta giusta e non per la domanda posta; in ambiente lavorativo si ha quasi timore di chiedere per paura di non essere considerati all’altezza. 

Cosa succederebbe se ci concentrassimo meno sul raccontare e di più sul porre le giuste domande?

L’arte di fare domande si basa sui 6 pilastri: Chi, Cosa, Quando, Come, Dove, Perché.

L’attività di intelligence permette di porre queste domande sul passato, presente e futuro.

Di seguito alcuni “modi” di farsi domande per comprendere meglio le situazioni che ci circondano e capire che direzione prendere.

1. Il modello GROW -  Questo modello è alla base delle tecniche di Roadmapping (R. Phaal). Queste domande aiutano a capire dove si è ora, dove si vuole andare e quali azioni mettere in campo per poterci arrivare. Il modello GROW è così composto:

  • “Cosa vuoi raggiungere?” (Goal)
  • “Cosa sta accadendo ora? (Reality)
  • QQ  Quali sono le possibili opzioni?” (Options)
  • “Cosa si dovrebbe fare? Entro quando?” (Way forward)

2. Root cause analysis questions – L’obiettivo principale di questa metodologia è arrivare a comprendere in modo approfondito che cosa è successo, perché è successo e che cosa si può/deve fare per evitare che si ripeta. L’analisi parte dagli errori riscontrati e ne ricerca le cause attraverso un metodo induttivo esplorando a fondo i “perché” con l’aiuto di diagrammi di causa-effetto. L’intervento avviene quindi sulla causa e non sul problema.

3. 6 Hats ( H. De Bono)questo modello aiuta a farsi domande e affrontare il problema da punti di vista differenti:

1) Neutrale: analisi dei dati, di informazioni, di eventi precedenti, analogie ed elementi che sono raccolti senza esprimere giudizi.
2) Razionale: stabilisce priorità, metodi, sequenze funzionali, pianifica, organizza, stabilisce le regole del gioco. Conduce il gioco.
3) Negativo: l’avvocato del diavolo che rileva gli aspetti negativi, le ragioni per cui la cosa non può andare.
4) Positivo: l’avvocato dell’angelo, rileva gli aspetti positivi, i vantaggi, le opportunità che si aprono.
5) Emotivo: emotività, esprime di getto le proprie intuizioni, come suggerimenti o sfoghi liberatori, come se si ridiventasse bambini, emozioni, sentimenti.
6) Creativo: indica sbocchi creativi, nuove idee, analisi e proposte migliorative, visioni insolite

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