L'applicazione concreta dell'Open Innovation in azienda: il caso Reckitt Benckiser
Ormai sempre più spesso si parla d'innovazione aperta (Open Innovation, OI): le aziende cercano di sviluppare una crescente collaborazione e interazione con partner esterni, utilizzando da un lato le conoscenze in settori diversi da quello d'origine, dall'altro individuando e assorbendo conoscenza esterna per sostenere il processo interno d'innovazione.
Descritto per la prima volta dal Professor Chesbrough come: “a paradigm that assumes firms can and should use external ideas as well as internal ideas, and internal and external paths to market, as the firm look to advance their technology”, è ormai fuori discussione, e già comprovato abbondantemente dalla teoria aziendale, come l'approccio OI migliori il processo d'innovazione stimolando le aziende a lavorare “apertamente” per individuare le giuste competenze e i potenziali partner, siano essi clienti, fornitori, esperti di settore, università e centri di ricerca.
Ora la vera sfida è comprendere come le aziende mettano davvero in pratica la OI: quali sono i passi per sviluppare con successo questo processo e quali le maggiori difficoltà nella sua implementazione?
A tal proposito, vogliamo presentarvi il caso di successo di Reckitt Benckiser, un'azienda chimica internazionale che nasce nel 1999 dalla fusione tra Reckitt&Colman e Benckiser e che opera da anni nel campo dell'igiene, della salute e della cura della persona. In Italia Reckitt Benckiser è presente a Milano con una sede commerciale e a Mira (VE) con un centro di R&S e uno stabilimento produttivo.
Nel caso di Reckitt Benckiser, l’attività di R&S è strettamente collegata ai suoi clienti (consumer driven), allo scopo di creare soluzioni per “healthier lives and happier homes”. I team di R&S sono dislocati in 35 Paesi, con i maggiori centri in Germania, Italia, India, Cina, Tailandia e Sati Uniti. Nel 2018 è stato aperto il nuovo Centre for Scientific Excellence ad Hull in Gran Bretagna.
La R&S è ora al centro di un network globale di persone e aziende, interne ed esterne all'azienda con il focus sul cliente e un occhio di riguardo al concetto di sostenibilità.
Abbiamo collaborato, in qualità di intermediari dell'innovazione, per lo sviluppo e la realizzazione dell'attività di OI in azienda e presentato il caso insieme ad Antonella Torchiaro (R&S Project Leader) all'R&D Management Conference 2018, appena conclusasi a Milano.
Una delle tecniche che è stata utilizzata per introdurre il flusso della OI in azienda si basa sul modello "WFGM" di Slowinski (2014): "Want, Find, Get, Manage Model", inizialmente adottato in ambito farmaceutico nel 1990, a seguito della disruption causata dall'arrivo dei prodotti biotecnologici, e poi applicato in molteplici settori aziendali, dal consumer all'alimentare, all'elettronico e, sempre di più al chimico. Secondo questo modello, l'introduzione della OI si sviluppa lungo un processo di 4 fasi: una volta identificato gli obiettivi di crescita (WANT), l'azienda deve definire le risorse necessarie e determinare quali sono già disponibili internamente (FIND) e quali invece devono essere recuperate all'esterno (GET). L'ultima fase del processo è centrata sulla gestione del processo di OI verso gli obiettivi che l'azienda si è prefissata (MANAGE).
Insieme all'azienda abbiamo applicato il modello WFGM, identificando 4 elementi principali:
- definizione delle persone interne all'azienda con cui collaborare;
- selezione dei problemi chiave;
- formulazione dei problemi per sviluppare soluzioni innovative;
- identificazione, ricerca e coinvolgimento dei potenziali partner.
Introdurre il processo di OI in azienda e sviluppare partnership all'esterno non è però sempre così semplice e libero da rischi. La collaborazione con un intermediario dell'innovazione ha permesso all'azienda di ridurre le criticità connesse all'introduzione del processo di OI nei diversi momenti, dalla fase di preparazione, passando attraverso alla fase di svolgimento del processo fino alla sua conclusione.
In particolare, il ruolo dell'intermediario è stato utile per sviluppare un approccio positivo al processo sia all'interno che all'esterno, contattando le persone giuste e limitando le prime "paure" in merito allo scambio d'informazioni, e promuovendo un clima favorevole alla discussione, attraverso tecniche strutturate di brainstorming.
Fonti: Motta V., Torchiaro A., Motta M., "Open Innovation - A new tool to facilitate the inbound process. Reckitt Benckiser case study". Presentazione del caso di studio a R&D Management Conference 2018.
Per approfondimento sul caso di studio e sull'applicazione dell'OI in azienda scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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