Il paradosso dell'innovazione nelle PMI

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Abbiamo recentemente partecipato, insieme a LIUC, alla stesura del contributo “I modelli di innovazione delle piccole e medie imprese”, inserito nella pubblicazione de Il Mulino “Le PMI nel new normal: innovazione e agilità”. Un progetto davvero interessante che approfondisce l’evoluzione istituzionale e manageriale delle PMI sotto diversi punti di vista: il ruolo della proprietà familiare, il contributo del private equity, le attività core della catena del valore (operations, lean, tecnologie 4.0, processi d’innovazione), considerando anche temi legati all’intelligenza artificiale e all’economia circolare.

L’analisi empirica, che ha coinvolto 40 PMI, appartenenti a settori caratterizzati da differente intensità tecnologica, ha cercato di studiare il livello di adozione del funnel dell’innovazione nelle PMI, facendo emergere i loro modelli e processi.

È possibile definire un modello del processo d’innovazione specificamente dedicato alle PMI? Quali elementi distintivi lo caratterizzano?

Le PMI vengono spesso messe in discussione per la loro capacità di utilizzare l’innovazione come leva della strategia competitiva, individuando limiti nella disponibilità di risorse finanziarie, di adeguate competenze scientifiche, tecnologiche e manageriali, oltre che di un’organizzazione sufficientemente strutturata per promuovere l’innovazione. Seppur la letteratura scientifica supporti in parte questi convincimenti, esistono però dei casi di successo di PMI con ottime capacità e storie d’innovazione.

Le peculiarità delle PMI, in relazione ai processi d’innovazione, non sono solo negative ma riescono a contribuire positivamente alla capacità innovativa dell’impresa, in particolare: la flessibilità, la capacità di cogliere velocemente (e di reagire velocemente a) necessità e opportunità emergenti dell’ambiente di mercato, l’adattamento a cambiamenti del contesto competitivo e tecnologico, una minor rigidità dovuta a un processo d’innovazione tendenzialmente meno formale e strutturato.

Uno dei maggiori risultati della ricerca è proprio un paradosso dell’innovazione nelle PMI, dove le criticità sono al tempo stesso gli elementi distintivi che contribuiscono positivamente al successo dell’innovazione, oltre che una sostanziale mancanza di una struttura organizzativa specificamente dedicata all’innovazione.

Solo alcune medie imprese realizzano tutte le fasi del funnel dell’innovazione, dalla generazione di idee alla loro commercializzazione, mentre la maggior parte delle aziende utilizza un processo d’innovazione che valorizza le proprie competenze distintive, siano esse tecnico-scientifiche o di ricerca, sviluppo e integrazione di soluzioni tecnologiche.

In ogni caso, è fondamentale il ruolo delle attività di supporto che facilitano l’innovazione, come la technology intelligence, la valutazione e la selezione dei progetti d’innovazione. Attività che possono essere promosse e potenziate attraverso percorsi di formazione e affiancamento dedicati alle PMI, insieme alla partecipazione a occasioni di scambio e di incontro tra le PMI e gli altri attori dell’ecosistema d’innovazione.

Fonte: Raffaella Manzini, Gloria Puliga e Milena Motta, “I modelli di innovazione delle piccole e medie imprese” in “Le PMI nel new normal: innovazione e agilità”, Quaderni di ricerca sull’artigianato 1/22, Il Mulino”

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