Ancora pochi giorni a "Gestire e misurare l'innovazione 2023"! - Strategie in Azione 9/2023
Assumersi il rischio di sbagliare o rischiare di non innovare?: è stato questo il tema principale di "Gestire e Misurare l'innovazione 2018", un appuntamento giunto alla sua quarta edizione, che anche quest'anno ha coinvolto numerosi CEO e responsabili di Ricerca&Sviluppo e di Innovazione.
Stimolate dal prezioso contributo di apertura dell'Ingegner Alberto Bombassei, Presidente di Kilometro Rosso e di Brembo, oltre 60 aziende si sono incontrate presso l'Innovation District di Kilometro Rosso a Bergamo per mettere a confronto esperienze, strumenti e metodi per gestire e misurare il processo d'innovazione. Illycaffè, Ansaldo Energia, Electro Power Systems, Irinox, LyondellBasell, Pirelli Tyre e Star Rapid (in collegamento da Hong Kong) hanno raccontato la loro testimonianza nel corso degli interventi e delle tavole rotonde interattive che si sono succedute nel corso della giornata.
E' stata recentemente pubblicata “Startup Survey - La prima indagine sulle neo imprese innovative in Italia”, curata dal Ministero dello Sviluppo Economico e Istat, svolta con l'obiettivo d'indagare gli aspetti di natura socio-economica tipici del fenomeno della nuova imprenditoria innovativa e misurare il livello di conoscenza e di soddisfazione rispetto alle agevolazioni previste per le start up.
Sarà questo il tema principale di Gestire e misurare l'innovazione - 10 ottobre 2018 - Quarta edizione, l'appuntamento annuale dedicato a chi si occupa d'innovazione in tutte le sue forme: dalla generazione di nuove idee fino alla gestione del processo innovativo e alla sua misurazione.
Strategie&Innovazione ha portato avanti negli ultimi 5 anni un Osservatorio sull'Innovazione focalizzato sulle modalità e gli strumenti per gestire in modo efficiente e sistematico il processo d'innovazione, sulla base di un modello, frutto del lavoro e dell'esperienza maturati e condivisi con le aziende.
La responsabile dell’Innovazione di un'importante multinazionale americana con cui stiamo collaborando ci ha segnalato questa lettura interessante, che fa riflettere sull’evoluzione della cultura dell’innovazione nelle aziende da un decennio a questa parte.
Un decennio fa coltivare la cultura d'innovazione all’interno di un’azienda era considerata un’attività nice to have. Al momento attuale, invece, sembra essere diventata un must. Inoltre, prima il compito di innovare era affidato solitamente alla divisione R&S, sviluppo nuovi prodotti, marketing. Adesso è sempre più riconosciuto il ruolo di innovatori anche per la supply chain, i nuovi metodi di produzione, ecc.
Nella gestione aziendale un buon approccio è in genere il pragmatismo che, parlando di innovazione, spesso equivale a interrogarsi sul perché fare innovazione e verso cosa indirizzarla.
In uno degli ultimi articoli pubblicati, si evidenzia quanto sia importante - per un’azienda che vuole restare competitiva - saper individuare i punti di debolezza e di forza, le opportunità e le minacce, relativi a tutti i fattori coinvolti nel proprio processo dell’innovazione.
Ma perché alcune aziende, nonostante la necessità di mantenersi competitive, evidenziano spesso la tendenza a non innovare?
Le ragioni sono molteplici. In certi casi il problema non viene nemmeno visto, in altri viene percepito ma non capito. In altre situazioni ancora ci si rende conto della necessità di innovare, la si comprende e la si percepisce ma manca la volontà per decidere di affrontarla. Infine, può mancare una strategia adeguata oppure questa può fallire nell’esecuzione.
Alla base di un processo innovativo ci sono le persone e la loro creatività. Ma non basta la creatività: servono anche il coraggio, la fiducia in se stessi e nella squadra, nonché la capacità di accettare il rischio.
Servono inoltre strumenti che aiutino a decidere quali progetti perseguire e quali abbandonare, e che permettano di gestire il processo d’innovazione con metodo.
Ma come è possibile organizzarsi al meglio? Ecco due spunti da innovatori di tutto rispetto:
La creatività – citando Thomas Edison – dipende per l’1% dall’ispirazione e per il 99% dal metodo.
“Cerco con tenacia in una direzione soltanto, non in tutte”, citando un motto di Rita Levi Montalcini.
Preso atto della scarsità delle risorse, nel senso che non ci sono mai risorse sufficienti per muoversi in ogni direzione, è indispensabile individuare le aree nelle quali innovare. E una volta decise, occorre poi portare a esecuzione il processo d’innovazione.
A questo punto Ti invitiamo a una riflessione:
come viene affrontata e gestita l’innovazione nella Tua azienda? Come si potrebbe migliorare?
L’innovation audit è sicuramente un primo passo per individuare cosa è da migliorare o ancora da sviluppare!
Ce lo siamo chiesti con le aziende che abbiamo incontrato di anno in anno e che con noi hanno intrapreso un percorso di condivisione.
Gestire e Misurare l’innovazione è il tema e il titolo di un osservatorio, e di un evento unico nel suo genere, che dal 2015 raccoglie le aziende che si vogliono confrontare e desiderano scambiare le proprie esperienze.
Attraverso la relazione, l’ascolto e l’incontro, in questi anni decine di aziende hanno condiviso i propri punti di vista e le strategie di innovazione.
Scopri come aumentare le possibilità di ottenere il finanziamento compilando la domanda con informazioni complete, incisive e che valorizzano il tuo progetto.
L’Unione Europea, allo scopo di rendere le proprie imprese sempre più competitive, mette a disposizione contributi a fondo perduto che vanno dal 70 al 100% degli investimenti da effettuare. Per ottenere questi fondi, le aziende devono sviluppare dei progetti di Innovazione e/o Ricerca e Sviluppo. Per le PMI è previsto uno strumento ad hoc del quale le grandi imprese non possono accedere, chiamato “Instrument SME” (http://ec.europa.eu/programmes/horizon2020/en/h2020-section/sme-instrument)
Negli ultimi anni si parla molto di Open Innovation come modello efficace per stimolare e sviluppare l’innovazione in azienda.
Chesbrough e Bogers nel 2014 hanno pubblicato una nuova definizione del modello OI:
“Open Innovation is a distributed innovation process based on purposively managed knowledge flows across organizational boundaries, using pecuniary and non-pecuniary mechanisms in line with each Organization's business model”.
Questa nuova definizione mette in evidenza le idee nuove per l’impresa possono essere generate da tre flussi principali: esterno- interno, interno-interno e interno-esterno all’azienda.
Tra le misure previste dalla legge di Bilancio 2019 – (comma 228-230-231, legge di Bilancio 2019 n°149/18) – vi è il voucher per l’Innovation Manager, misura per la quale il MISE ha stanziato 25 milioni di euro per gli anni 2019, 2020 e 2021. L’obiettivo è sostenere le PMI nell’acquisto delle prestazioni consulenziali di natura specialistica dell’Innovation Manager il cui scopo è favorire e organizzare i processi di innovazione e trasformazione digitale delle aziende.
Quali sono i suoi requisiti?
Flessibilità e autonomia sono due parole che oggi, negli ambiti lavorativi, sono ripetute di continuo. Parole che, spesso, le aziende hanno la necessità di tradurre velocemente in "metodo". Lo smart working (che si può definire "lavoro agile") è sì una soluzione ma - sotto certi aspetti - anche una piccola rivoluzione.
Sulle potenzialità e le applicazioni di questo nuovo modo di lavorare è stato scritto - e detto - tutto e il contrario di tutto. E’ un bene? E’ un male? Comunque oggi è una necessità. E per far fronte a questa necessità servono gli strumenti giusti per non isolare le persone e rendere difficoltosa la collaborazione e la comunicazione.
Ci sono voluti numerosi progressi tecnologici, dai dispositivi mobili alle connessioni Internet ad alta velocità, per consentire a persone residenti in luoghi diversi di connettersi e lavorare insieme. Ora una nuova generazione di innovatori sta creando gli strumenti giusti per rendere i lavoratori a distanza più produttivi e collaborativi che mai.
La corporate entrepreneurship è un modello di open innovation che fa leva sulle competenze imprenditoriali dei dipendenti con l’obiettivo di entrare in nuovi mercati o lanciare nuovi prodotti e servizi, arrivando persino alla creazione di startup esterne.
Una definizione potrebbe essere: la cultura della sperimentazione o ottimizzazione è un approccio strategico aziendale atto a perfezionare i processi, che mira a creare valore per l’organizzazione.
Anche se il pensiero innovativo può essere innato in alcune persone, allo stesso modo può essere coltivato e sviluppato nel tempo attraverso la pratica costante di alcune attività.
Secondo una ricerca pubblicata sull'Harvard Business Review, sono 5 le caratteristiche che contraddistinguono le persone più innovative: l'associazione, la capacità di farsi domande, lo spirito d'osservazione, la sperimentazione e la relazione.
Sempre più spesso si parla delle disparità uomo-donna in ambito lavorativo in termini di opportunità economiche e di carriera. Meno frequentemente si parla di gender investment gap: di seguito riportiamo alcune sezioni di un interessante articolo "Why women owned startups are a better bet" che tratta di questo tema.
Dall'intervento di Giorgia Abeltino di Google Italia al Foglio Tech Festival: l'impatto della tecnologia sulla vita quotidiana e il contributo dell'intelligenza artificiale in termini di efficienza.
Everybody talks about the weather, but nobody does anything about it. – Mark Twain
Parlare di cambiamento culturale riguardo all’innovazione è facile. Non altrettanto lo è implementare delle azioni precise che vanno in quella direzione.
….real action is so difficult to implement, culture is often viewed as the backwater of organizational strategy. Its importance, its foundational role in what actually gets done is always acknowledged. But introduce culture as a conversation about doing, and eyes glaze over, confusion reigns and organizational leaders retreat to platitudes, or the status quo.