Il contesto fuori e dentro di sé: il punto di partenza per una nuova leadership

newsletter marzo

Ciò che viene richiesto ad un leader di un’organizzazione è la capacità di sviluppare una visione e di individuare la strada migliore per perseguirla, conducendo il gruppo di lavoro verso gli obiettivi attraverso la motivazione. Come ogni altro condottiero il leader di un’azienda definisce la sua modalità di conduzione in funzione del contesto, scegliendo la propria strategia in base alle opportunità e ai rischi che l’ambiente esterno presenta.

Il fallimento e l’innovazione: gemelli inseparabili?

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Nel 2016 Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon, nella sua lettera annuale agli azionisti scrisse un vero e proprio elogio del fallimento: “Il fallimento e l’innovazione sono gemelli inseparabili. Per innovare bisogna sperimentare e se si sa in anticipo che le cose andranno bene non è una vera sperimentazione”.

Il Knowledge Worker: una nuova figura in azienda per gestire e condividere le informazioni

Uno studio dell’Harvard Business School (Harvard Business Review 1/2013) ha messo in luce una nuova figura all’interno dell’azienda: il knowledge worker (KW).

Questa figura analizza periodicamente (anche con l’aiuto di esperti auditors e consulenti) i punti forti/deboli interni e le opportunità/minacce esterne, per supportare il management nel prendere le decisioni e per stimolare la cultura della conoscenza e la sua condivisione in azienda.

L’analisi interna ed esterna che svolge il KW si basa sulle informazioni. Ma cos’è esattamente un’informazione in termini organizzativi?

Il lato umano dell'innovazione

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Anche quest'anno durante il workshop "Gestire e misurare l'innovazione" abbiamo trattato il lato umano dell'innovazione, insieme al collega Fabrizio D'Eredità di Egon Zehnder, cercando d'identificare insieme ai partecipanti quali sono gli elementi che inibiscono l'innovazione in azienda. Se il rischio frena l'innovazione, è anche vero che la paura del giudizio e del fallimento, associate molto spesso alla mancanza di sistemi incentivanti e premianti, portano a una resistenza delle persone a esporsi e presentare le proprie idee.

Il ruolo dell'Innovation Leader per promuovere l'innovazione in azienda

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Lo scorso 4 ottobre nel corso di "Gestire e misurare innovazione 2017" sono stati presentati i risultati della ricerca, svolta da Egon Zehnder, sul ruolo dell'Innovation Leader: la rilevazione, di tipo qualitativo, ha coinvolto circa 100 partecipanti di diverse aziende nei settori più variegati, in ambito sia consumer che business (beni di largo consumo, IT, telecomunicazioni, finanza ecc).

Quali sono le maggiori sfide per l'Innovation Leader?

Il tradeoff della MCI: costi, scopi, qualità e velocità dell'informazione

Lavoriamo da tempo con le aziende per definire scelte strategiche, sviluppare piani consistenti e mettere in essere le azioni necessarie per essere competitive sul mercato.

Ogni volta assistiamo al difficile "tradeoff" tra qualità e velocità dell'informazione: la domanda che di solito accompagna una ricerca - "per quando serve?"- molto stesso è seguita da "per domani!" e questo potrebbe andare a scapito della qualità e della completezza dell'informazione , oltre che sul tempo necessario a ragionare sul suo significato. Un altro problema che frequentemente si presenta riguarda è il budget assegnato che può essere molto variabile a seconda degli obiettivi della ricerca.

Ne abbiamo parlato anche nel corso dell'evento dello scorso giugno a Milano "Le sfide attuali (e future) per chi si occupa di MCI" che ha raccolto professionisti di MCI di diverse aziende e settori merceologici.

Il valore del marketing dell’innovazione

Il valore del marketing

Innovare significa essere in grado di trovare una soluzione alternativa e nuova a un problema che già si avvale di soluzioni note ed applicate. Che si innovi per il mercato o per l’azienda, la prerogativa è non dare nulla per scontato ed essere pronti a rimettere tutto in discussione.

Se l’innovazione ha il compito di rompere gli schemi noti per proporre soluzioni nuove, il marketing ha la funzione di “leggere il futuro” e trasformare in valore economico il servizio/prodotto creato dall’azienda.

Potremmo dire che l’innovazione crea un vantaggio potenziale, mentre il marketing lo porta al mercato, monetizzando tale vantaggio.

In visita alla Fabbrica dell’Innovazione di Saipem

Nell’ambito del progetto dei Gruppi di Lavoro organizzati da Strategie&Innovazione al termine della giornata “Gestire e misurare l’innovazione” tenutasi lo scorso ottobre la scorsa settimana siamo stati ospiti di Saipem (una delle aziende che ha aderito al progetto).

Abbiamo visitato la Fabbrica dell’Innovazione, un nuovo “incubatore di idee”, presso la sede aziendale di San Donato Milanese (Mi),  nato con l’obiettivo di ripensare le modalità e i tempi attraverso i quali si ottiene l’innovazione, anche in un settore consolidato come l’oil&gas ma in profondo cambiamento.

La Fabbrica dell’Innovazione è costituita da una squadra cross-funzionale di giovani, con età media di 30 anni, provenienti da diversi ambiti di lavoro, tutti selezionati in base alla loro propensione all’innovazione, alla creatività e alla collaborazione.

Innovare per crescere: approcci e strumenti per gestire e misurare l'innovazione

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"Occorre credere nella centralità dell'innovazione per il successo delle nostre aziende" e "pensare fortemente all'impatto sociale dell'innovazione": con queste considerazioni il Presidente di Brembo Spa e di Kilometro Rosso, Ingegner Alberto Bombassei, ha aperto la quinta edizione del workshop "Gestire e misurare l'innovazione" presso l'Innovation District Kilometro Rosso.

Oltre cinquanta CEO e responsabili d'innovazione e di ricerca & sviluppo hanno messo a confronto esperienze, strumenti e metodi utili per migliorare il processo d'innovazione.

Epta Refrigeration, Intercos, Leonardo Elicotteri, Novavision, Pelliconie SIAhanno portato la loro testimonianza, arricchita dagli interventi dei partecipanti e da tavole rotonde interattive.

Innovare per crescere: risorse, organizzazione e cultura condivisa

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Alla quinta edizione di "Gestire e misurare l'innovazione 2019" abbiamo avuto la possibilità di assistere alle testimonianze di alcuni colleghi attivi nell'area dell'innovazione in diversi settori aziendali.

Parere condiviso tra i partecipanti è che al centro del processo d'innovazione vi sono le persone: sviluppare una cultura aziendale che porti a sentirsi parte del processo d'innovazione e che crei un contesto per potersi esprimere, ponendo attenzione alla formazione e al benessere degli individui, è fondamentale per lo sviluppo dell'innovazione in azienda. Alcuni strumenti e approcci, come il Roadmapping e Open Innovation, possono supportare la creazione e diffusione di una cultura condivisa, sia all'interno che all'esterno dell'azienda.

Innovation Center: una realtà anche italiana

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Da pochi mesi Visa ha aperto a Londra l'Innovation Center più esteso tra i centri d'innovazione della sua rete globale (oltre 1.000 metri quadrati), dove l'azienda opera a fianco di istituzioni finanziarie, esercenti e altri partner, per sviluppare soluzioni di pagamento di nuova generazione.

Innovation Coach: un formatore "fuori dagli schemi"

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Per facilitare il processo d'innovazione e renderlo il più possibile efficiente, si è sviluppata in alcune multinazionali e nei settori tecnologici più avanzati, una nuova figura, l'Innovation Coach, un vero e proprio"allenatore" all'innovazione per singoli dipendenti, gruppi aziendali e team cross-funzionali. In Italia è una figura ancora poco riconosciuta che si sta gradualmente inserendo nelle aziende caratterizzate da un contesto di mercato più turbolento dal punto di vista dell'innovazione tecnologica.

Le aziende si trovano oggi ad operare in un contesto tecnologico vivace e in continuo cambiamento, dove l'innovazione di processo e di prodotto è fondamentale per acquisire nuovi clienti, mantenere quelli attuali e cogliere le nuove opportunità che il mercato presenta.

A volte non è chiaro a chi debbano essere affidate le redini del cambiamento per mantenere attivo e costante il processo d'innovazione, sia all'interno che all'esterno. Anche i manager aziendali, che sono al corrente delle decisioni e perfettamente in linea con il top management, non sempre riescono a essere i propulsori del processo innovativo perché troppo concentrati sulle gerarchie aziendali, sulle scadenze e sui risultati di breve termine. Quindi:

Chi può farsi motore del processo innovativo in modo efficace e collaborativo?

Chi è in grado di sviluppare idee in linea con le esigenze del mercato rispettando anche i tempi di sviluppo?

Innovation portfolio management: i risultati del terzo incontro del Percorso "Gruppo di Lavoro sull'Innovazione 2018" presso Barilla

 

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Si è da poco tenuto Innovation Portfolio Management, il terzo incontro del percorso "Gruppi di lavoro sull'Innovazione 2018", coordinato da Strategie&Innovazione. Prosegue il progetto volto ad approfondire i pilastri del modello d'innovazione, creato a seguito di Gestire e misurare l'innovazione 2017.

Questa volta è stata Barilla l'azienda ospitante della giornata, dopo Saes Getters e La Cimbali.

INNOVATION PROJECT MANAGEMENT

 attivà chiave per "agire" l'innovazione

surf per innovation project management

Viviamo in un’epoca di profonde rivoluzioni tecnologiche in cui la gestione dell’innovazione costituisce un’area strategica di fondamentale importanza per le organizzazioni.

Innovation War Game: metti alla prova la tua strategia d'innovazione

War Game

E' possibile restare in vantaggio in una partita che non ha fine?

Non possiamo scegliere le regole. Possiamo solo scegliere come giocare.

Nei giochi finiti i giocatori sono noti, le regole fisse e l'obiettivo chiaro: secondo la teoria di James P. Carse, si tratta di partite incui chi vince e chiperde è facilmente individuabile.

Nei giochi infiniti, invece, come il business, la politica o la vita, i giocatori vanno e vengono, le regole sono mutevoli.

Finchè si continua a giocare non ci sono vincitori e vinti - non esistono concetti come "vincere il business" - ma c'è solo chi vaavanti e chi rimaneindietro.

In questo contesto, le organizzazioni più resilienti dimostrano una capacità di prosperare nonostante si trovino in un universo incontinua evoluzione.

Se l'ambiente muta in continuazione, com'è possibile definire le proprie strategie?
Una risposta la troviamo nell'Innovation War Game.

Innovation Workshop: uno strumento da approfondire

Definizione degli obiettivi.L’obiettivo dell’ IW può essere sia strategico che tattico. Il workshop può servire a individuare e condividere le possibili iniziative di innovazione di medio-lungo periodo, agevola la generazione di idee innovative e la pianificazione del loro sviluppo sinergico, oppure può essere utile per risolvere un problema contingente.

Una volta definito, l’obiettivo deve essere comunicato in modo chiaro a tutte le persone coinvolte. 

Preparazione. La preparazione di un IW è una fase molto delicata e abbastanza densa di attività. E’ bene cominciare qualche settimana prima perché tutti abbiano il tempo per prepararsi adeguatamente.

In questa fase avviene la raccolta e l’organizzazione delle informazioni pertinenti al tema obiettivo (interne ed esterne all'azienda). In particolare dobbiamo tenere presente: 

  • Prospettiva di business (macrotrend e trend di settore, bisogni del mercato)
  • Prospettiva di sviluppo prodotti e servizi
  • Prospettiva tecnologica (tecnologie e risorse)

Le informazioni andranno articolate in un documento snello ma completo (Work Book) che costituirà, per le persone che parteciperanno alla sessione di workshop, una lettura preliminare. In questo modo tutti i partecipanti partiranno da una base di informazioni comune.

Il Work Book sarà distribuito durante un incontro introduttivo di presentazione e condivisione del progetto con i partecipanti, almeno una settimana prima del workshop (Kick Off).

Fasi del workshop.Dopo aver condiviso il piano di progetto e aver consegnato i materiali di preparazione, eccoci arrivati allo svolgimento vero e proprio della giornata (o giornate) di workshop.

  • Fase creativa. Obiettivo di questa fase è generare il maggior numero possibile di idee nuove (non giudizi, né valutazioni) tenendo conto del contesto presentato nel Work Book. Per allineare e coinvolgere i partecipanti è utile ripercorrere i punti salienti del Work Book in apertura del workshop.
  • Fase esplorativa.Obiettivo di questa fase è selezionare e valutare alcune idee tra le più plausibili e immaginarne un piano di sviluppo preliminare, evidenziando le opportunità, le criticità, le interconnessioni e le sinergie tra le idee.

Profilo dei partecipanti e reclutamento. Ingrediente fondamentale è il team di lavoro. La scelta delle persone da coinvolgere, infatti, è cruciale per determinare la buona riuscita di un IW. Ecco alcuni consigli per comporre un team efficiente. Innanzitutto il gruppo dovrà essere abbastanza bilanciato in termini di genere, anzianità anagrafica e aziendale. Dovranno essere rappresentate tutte (o quasi!) le funzioni aziendali: marketing, sviluppo prodotti, legale, funzioni a contatto col pubblico, finanza e controllo, comunicazione, IT, ecc. In generale, un gruppo tra le 15 e le 20 persone è facilmente gestibile e coinvolgibile e quindi sarà sicuramente produttivo!

Luoghi e spazi.Per la natura del lavoro da svolgere in un IW, è auspicabile che l'incontro avvenga fuori dall'ambiente usuale di lavoro, magari all'aperto o in un luogo particolarmente ispirante (un museo, un orto botanico, in riva al mare...). Sappiamo che non è sempre facile organizzarsi in tal senso. Ecco quindi alcuni requisiti minimi che il luogo dovrà avere. La luce naturale è sempre da preferire (finestre apribili aiuteranno l'ossigenazione!). E' necessario disporre di spazio sufficiente per muoversi e pareti libere per poter appendere fogli; opzionali, ma graditi, zuccheri per il cervello (snack, acqua e caffè).

Ruolo del facilitatore. Un’attenzione speciale va alla scelta del facilitatore. Non è un ruolo per tutti. In particolare questa persona deve saper coinvolgere i singoli partecipanti e il gruppo nel suo insieme in modo da farne scaturire la creatività e facilitare la discussione costruttiva. E’ importantissimo che il facilitatore non sia coinvolto nel contenuto: non dovrà esprimere le proprie idee ma facilitarne la proliferazione senza dare giudizi o indicazioni.

Questi passi non sono una bacchetta magica per trasformare ogni azienda nella migliore al mondo nel suo settore ma, imparare a lavorare seguendo questi suggerimenti, può aiutare concretamente imprenditori e manager a essere più innovativi e più produttivi in termini d’innovazione, risparmiando tempo e risorse gettate via in interminabili riunioni che spesso non portano a nessuna decisione!

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Intelligence degli eventi futuri per tradurre le previsioni in azione

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Di questi tempi, più che mai, il processo decisionale necessita di informazioni ben fondate per prepararci ai cambiamenti che il futuro ci prospetta.

L’evoluzione dei trend, l'emergere di segnali deboli o il possibile verificarsi di eventi inattesi e dirompenti sono elementi che devono essere presi in considerazione nella strategia, nell’analisi del rischio, nella pianificazione e nell’innovazione, per rendere questi processi il più possibile a prova di futuro.

L'arte di dimensionare il mercato attraverso stime e ipotesi

 

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Molte volte succede che le aziende ci chiedano di aiutarle per dimensionare il mercato d'interesse, soprattutto  quando si tratta di un mercato nuovo o scarsamente coperto da fonti d'informazione: arrivare a dati affidabili su cui poter costruire una strategia di business, in termini d'investimenti e di crescita potenziale, può essere più complicato e sfidante. E’ dunque necessario ragionare sulla base di assunzioni e ipotesi derivanti dai dati e dalle informazioni di mercato disponibili.

L'età dell'eccellenza - Lapis&Notes 6/2022

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“L'età dell'eccellenza. Innovazione e creatività per costruire un mondo migliore”

“Stiamo entrando in un mondo in cui occorre innovare più che mai, perché non c’è alternativa: o lo si fa, con l’essere umano al centro di tutto, o qualcun altro lo farà al posto nostro. Stiamo entrando nell’età dell’eccellenza”